mare increspato al venticello della stagione dolce
quando ha perso gli spifferi puntuti, la sua parola azzurra
fa scivolare lo sguardo come fosse fiamma
disciolta nel mordente del sorriso
e rallenta, sulle linee del suo viso semplice
sognare un blu madonna e farle posto
senza curarsi del primo piede
o della curva alla schiena dopo la parola
una ventiquattrore che impacchetta la città, un'altra cadenza di esistere
tra le mani le gambe e una carta
le luci muoiono su erbe diverse, dove poseremo il seno di latte
il vischio della sera che accorcia il fiato alle case, alle porte, alle finestre obliterate
a giorni di ruggine rosso vivo
le bandusiae fontes sono ai tetti del mondo come sugli aeroplanini di plastica
tattarattattà
a sognare la sponda successiva, un punto, una sensazione, un fruscio, un drappo di lino
che mormora nella semioscurità
una libellula, un nome di libellula, un suono, una pulsazione, un'appendice, una cometa
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