Hanno un secondo silenzio le parole
un risarcimento. Placando la sete
bevevo succo di melone tsamma
-di qui è passato uno sciacallo,
la femmina di scorpione penetra l'impronta
prima della mezzanotte-
Si trattengono le ginocchia nella gola
gli occhi scaleni nelle orecchie
pronte a colpire l'argento delle orate
che risalgono la corrente affiorando
nel cielo saturo di luce
da credersi uccelli picchiavamo con forza
l'acqua del fiume a rovesciarle
nelle nostre mani tutte intere,
suono-tatto-corpo, il tempo della custodia :
una seconda vista -impossibile e vera -
imparando quello che la terra ci suggeriva
tradotto dal silenzio
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