"Prima di ogni altra cosa,
Signor Presidente,
io mi considero un italiano
che difende un'italiana".
Così disse l'avvocato Giannini
di fronte alla Corte chiamata
a giudicare Maria Pasquinelli,
accusata d'omicidio e rea confessa
di avere ammazzato per amore.
Chiamata a giudicare
quell'atto violento ed eroico,
di una violenza
attenuata dall'amore,
di un eroismo dall'amore
fatto ancor più grande.
Chiamata a giudicare
quell'atto al cui cospetto
si ergono come baluardi insormontabili
i miei fragili dubbi,
i dubbi di chi non avrebbe,
per amore della vita,
innanzitutto propria, mai sparato;
di chi non avrebbe, per viltà,
premuto mai il grilletto.
Ed oggi che potenze prive di divisa
silenziosamente tiranneggiano
e strappano la terra a uomini dimessi
la cui inconsapevolezza può forse,
almeno in parte, giustificarne la viltà,
che cosa potrà invocare a sua discolpa
colui che invece appare consapevole?
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