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Potenza della musica

di Marco Biffani
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Pubblicato il 17/11/2017 17:45:26

POTENZA DELLA MUSICA

Bastano due sole note.

La musica non è solo armonia, empatia, linguaggio universale, ma un cuneo felice che penetra in quella parte di noi – la più segreta – nella quale nascondiamo accuratamente i nostri desideri più inconfessabili. Le nostre debolezze, le nostre aspirazioni, la nostra religiosità, il desiderio di giustizia, i sogni veri. Una sentina in cui si decantano il concetto sia del brutto che del bello, sia della felicità che della tristezza, sia dell’accettazione che del rifiuto. I limiti che ci sentiamo di raggiungere. Che si consolida nel tempo in un limbo dolce amaro dentro di noi. Che porta all’estasi mistica di  una Santa Teresa d’Avila, così bene scolpita dal Bernini nella chiesa di Santa Maria della Vittoria in Roma, ma che talvolta si trasforma in un buco nero che tutto attira e porta alla depressione da Urlo, così ben dipinto da Edvard Munch! Cose di cui non parliamo volentieri. Un coacervo di sentimenti che  spesso difendiamo con i denti. Nel quale ci rifugiamo in occasione di situazioni negative contingenti. Che rappresenta quasi la nostra difesa contro le offese del mondo. Uno scudo contro la lancia della malvagità. Una barriera che speriamo insuperabile. Ma anche – spesso senza riconoscerlo – un territorio che rappresenta quello a cui aspiriamo con tutte le nostre forze. Un desiderio insopprimibile di felicità per il quale lavoriamo una vita!

Bastano due note per penetrare quel limbo. Per superare quella barriera. Per ravanare in quella sentina d’inconfessabile. Ma anche in quell’ineliminabile ambizione alla felicità. Soprattutto se siamo disponibili, aperti. Ricettivi. Se ascoltiamo la musica, non se la sentiamo e basta! Ognuno è sensibile in modo diverso, personale, unico, verso romanze celebri, melodie o ritmi trascinanti. Non importa il genere e spesso nemmeno il contesto, anche se le parole, l’ambiente, la storia il momento che stai vivendo preparano il terreno a quel sentimento.  A quella scintilla che porta la felicità pura. Che riconosci come tale. Che ti sommerge. Che desideri da sempre e non hai mai raggiunto prima. Che cerchi in ogni cosa e difficilmente trovi. La rilucente pepita per il cercatore d’oro. Una scintilla che brilla nella banalità del quotidiano. E’ un istante, ma il più bello che si possa provare. Che ti fa gioire e piangere contemporaneamente!

E’ la natura della musica, l‘empatia col musicista, la sua creatività nel trovare in due di quelle sette note, quegli accordi, quelle armonie che ti fanno sballare. Pochi sono i veri artisti e questi rimangono per sempre nella memoria. Inutile citarli. Anche perché la sensibilità è come la responsabilità. Personale.

So che non interessa nessuno, ma per me quelle due note, quel felice cuneo, sono quelle del “tema di Lara”, di “Barcarolo romano”, di “Voce e notte” di “Tu si na cosa grande pe me” …..

 

marco biffani


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