Pubblicato il 06/06/2009 16:09:23
Decodificando false esuberanze millantatorie Mi immergo nel pieno della mia acre solitudine A cui forse solo possono dar magro conforto Le deboli note di lontane melodie notturne Cariche di triste bellezza Che aleggiano intorno al mio spirito abbattuto E irrompono fragili e delicate nell’atmosfera silente Infrangendosi soavemente nelle mie orecchie. L’arbitrario sentiero che conduce dalla realtà al sogno Viene imboccato per essere al più presto smarrito E non vi è farmaco efficace a liberarti definitivamente Dal pesante fardello dell’usuale.. Nessuna corda che lo riesca a tirare agevolmente Nessun grido che lo possa far evaporare e svanire.. Il suo rancido aroma sale continuamente nelle narici Penetrando nel nucleo sensitivo Avvezzo ai suoi scialbi inviti Sottomesso ai suoi richiami ammuffiti Ed incline ad accoglierne il sardonico logorio.
« indietro |
stampa |
invia ad un amico »
# 0 commenti: Leggi |
Commenta » |
commenta con il testo a fronte »
I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Alfredo Caputo, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.
|