Pubblicato il 09/07/2009 16:52:38
Contemplo le mie dita ogni giorno, ne controllo il contorno, lo spessore delle nocche, la misura dell’unghia. E’ come una sorta di ossessione, una costante apprensione che possano cambiare forma. Il palmo della mano dà conferma che tutto resta come sempre: le linee sono solchi intatti nonostante il divenire della vita. Ed è penoso come invece il dorso si ricopra presto di nuovi segni, come graffiti sulla copertina di un libro tanto usato di cui non si abbia avuto cura. L’interno custodisce i suoi segreti che attendono di essere svelati, una mappa di codici eterni, che rappresenta la missione che l’uomo non comprende, per ignavia o per timore. Se solo potessi trovare un vuoto nel tracciato di quelle ragnatele, un ragno ricamerebbe un nodo tra le pagine della mia memoria: resterebbe un segno a quella non letta, per ritrovarci il senso della mia storia.
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