Pubblicato il 03/12/2014 00:11:07
Non capii bene cosa intendesse. La curiosità mi assalì, tanto che dieci alle nove ero già a sedere sulla panca della piazzetta in mezzo alle vie del paese. Non era una cosa da me, sono sempre stato un ritardatario. Avevo parcheggiato il motorino proprio lì a fianco e stavo rileggendo il messaggio, cercando di capire cosa intendesse. Non trovavo risposta. Ovviamente nel frattempo continuavo a ripensare alla ragazza della chiesa, da quando la vidi (o forse anche prima) non smisi mai un attimo di farlo, né quando facevo la doccia né quando mangiavo, né quando scrivevo. Era un continuo. Rimasi lì ad aspettare per almeno una quarantina di minuti. Alle nove e mezzo sentii delle persone che ridevano e si diri- gevano verso il posto dove ero io. Dalla discesa adiacente alla piazzola vidi scendere Alessandro. Poi appena lui mi raggiunse sbucarono due ragazze. Una delle due l’avevo ammirata la mat- tina stessa in chiesa. Non potevo crederci, non stavo in me. Un sogno. Averle dedicato ogni singolo pensiero nell’arco di una giornata e poi vedersela apparire dal nulla. Indossava una polo rossa con il risvolto del colletto beige. Portava al collo una collanina d’argento con scritto Selene. Capii che era il suo nome. Poi un paio di pantaloni che richiamavano il colletto della maglia, e delle scarpe color crema. Si sapeva vestire. Aveva i capelli legati da un elastico nero e leggermente addolciti con della schiuma che li aveva resi voluminosi, molto mossi e con un sensuale effetto bagnato. Di solito preferivo le ragazze con i capelli sciolti, ma quella sera mi parevano perfetti anche raccolti in una coda. Non mi spiego come, eppure ogni volta che vedevo quella ragazza, mi piaceva sempre di più, sem pre più bella. Impossibile. Come faceva? Non lo so, ma era così. Selene eri meravigliosa, meravigliosa in ogni tuo momento sprecato, in ogni gesto lascivo lasciato andare con leggerezza verso chissà chi, forse un ignoto che non avrebbe nemmeno no- tato quanto tu fossi bella, forse un altro già ucciso nello stesso momento nato e morto in cui uno sguardo può dire mille parole e mille parole non valgono uno sguardo. Tu eri meravigliosa camminando, passandoti la mano fra i capelli, tenendo il volto stretto a terra. Eri meravigliosa e meravigliosa lo sarai adesso,chi sa dove. Chi sa dove. Dove sei? Dove sei...
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