Pubblicato il 01/05/2014 00:23:59
Femminea creatura piegata dagli anni, ora ti affliggono svariati malanni, trascini la sporta greve, con auspici di vita breve, la tua solitudine, altre ne sfiora, quasi nessuna se n'addolora. I tuoi occhi annacquati, guardano al passato : anche tu, tenera infante dal sorriso sognante, giovane donna attraente, dal cuore pulsante, sposa novella trepidante, dal petto rigoglioso, ansante, madre premurosa, che s'occupava d'ogni cosa, zia, fors'anche nonna, consolatrice, nel doppio ruolo di educatrice. Vaghi sola, ad ogni ora, portando il peso di chi s'immola, sola ti proteggi dagli insulti, di un mondo perso, in inutili tumulti, al guardarti io ti compatisco, ma non mi intristisco ... E' l'ingranaggio della vita, che per l'umanità, spietato gira, inutile disperarsi, ribellarsi, alla fine tutti trascina , nella sua impietosa mira.
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