Pubblicato il 07/09/2009 18:07:31
Il cuore secco come sterpo bruciato dalla canicola estiva, provo a vergare nel nulla due versi di disperazione. Una ferita in suppurazione che non trattiene più il suo male. Trema la mano adusa, un tempo, a volare veloce sul foglio. Trema l’anima dentro. Scrivo nell’acqua parole illeggibili, graffio nel cielo l’animo mio afasico, ridicolmente gonfio di muta sofferenza. Un nodo dolente che solo la Provvidenza potrebbe sciogliere, una paralisi sconcia che scempia, orrenda, il mio viso in un urlo silenzioso sono tutto quello che ora mi appartiene.
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