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Questo è il bosco, ed il suo viso

di Amina Narimi
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Pubblicato il 06/11/2014 21:50:44

Un animale selvaggio,

lo spettro luminoso di ogni giorno
salendo per gli  dei, 
e  tutta la sua indole nervosa,
mi appare chiaro, ma non dura,
non dura più di un lampo nel morire
all'ingresso della sera
la tragedia della giovane paura
... una voce umida, 
poi, la musicasoltanto, la musica più viva,
a quell’ora, lo incorona,
oltre i margini segnati dalla soglia
d'invisibili silenzi, nella nebbia, 
toccando col duro della terra,
una linea lontana  di quiete
scalda  i minuti alla notte,
il ricongiungersi al fantastico dei passi
col moto delle  lucciole  sui piedi,
e una lingua di neve, che conosce
piccole bare di  memoria,
portate da un verso continuo
alla grazia divina di un canto 
 
è un corpo senza segreti
di un cenno verdeprofondo,
tra l'acqua e la terra,
la stanza più intima. É un viaggio 
con le bestie, a bere,
senza  un vero ritorno :
negli abissi lucenti
basta sfiorare la fonte coi polsi
e lievemente, per vivere
con un gesto trattenuto come sacro,
qualcosa tra le mani 
nel perpetuo giro dell’umidità,
più pura di un sorso 
si apre l'impenetrabile,  si allarga
il segno del passaggio che concede 
la luce di una sovrana guarigione
 
Tutto è quaggiù,  da tutti i secoli 
è dentro che si bagna- 
con la sua lenta saliva, 
per toccare ciò che non si vede-
il ripetersi del nostro amore
animale nel sangue dell'altro
 
Sapevo che eri qui,
distinguo ancora i tuoi capelli
tra le farfalle azzurre sorridenti
e lei,  sugli gli alberi...Lei così  bianca-
con il velo sulle alture, 
il suo velo d'argento nell'eterno
ruotare delle ossa,  con  la forza
che annida il cielo dentro al seno-
spingendo nella stessa danza il moto
nella corte del vento,  nella pioggia
la processione degli istanti 
di piccole strade iridescenti-
nel mistero dei miei occhi :
irrompe la bellezza,
veritiera, tra i capelli,
la fenditura del miraggio 
dove cresce la tua pianta
                               selvaggia
 
Questo  è il bosco, ed il suo viso- 
capace di spingere i miei monti
fino alla terra che più  amo 
e inzupparmi tra le rose
   a picco 
sul sentiero di Duino- 
 
rinnova il parto, nel grembo della sposa!
dove affondano i geni altro amore 
che attrae,  nel canto chiarissimo,
perchè s'illumini il confine:
 
sommergimi di luce, come lei
con le rose di Duino, 
cospargi la tua culla
fra le zolle della carne
innalza la marea 
e una preghiera lunga
fino all'albero del noce

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