Pubblicato il 24/10/2009 10:31:04
Nella notte ammantata, riemersa da un sogno, mi accorgo di te, tra le lucciole attonite dei miei occhi spenti. Immensa fatica, il corpo e la mente, nei giorni malati di una falsa ripresa. Ho scavato, hai raccolto i frutti seccati dal vento taccagno e imperioso. Hai donato, non posso accettare regali da mani che non riesco a toccare. Intanto, vedo correre il tempo immobile e muto, in silenzio. E i minuti rincorrersi ciechi in un mare di ovatta compressa in un'inutile scatola nera, senza incidenti. Cerco un passaggio, nelle strade affollate di gente, ma è così fitta la pioggia e nessuno mi vede. Resto a piedi, in tasca le mani.
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