Ci sono delle cose che agli altri sembrano leggere, quasi inutili.
Io invece le sento addosso come macigni invisibili.
Forse esagero, lo so. Mi succede spesso di scambiare una nuvola per un enigma,
un dettaglio per una verità da smontare con cura.
È il mio modo di restare vivo, anche quando la vita mi stanca.
Dicono che sia l’età, e forse hanno ragione.
Ma se questo è un difetto, me lo tengo stretto.
Perché in questa ostinata necessità di capire,
di sezionare ogni cosa con la logica e l’istinto,
ancora trovo la mia salvezza.
La mia ragione non è un porto sicuro,
è una marea che mi travolge e poi mi restituisce alla riva.
È morire e tornare, capire ed esistere.
È guardare i passi fatti e quelli che tremano ancora nell’attesa.
Dentro c’è confusione e armonia, come due amanti che non riescono a lasciarsi.
La mia ragione è un lampo che si accende,
brucia, si spegne,
e poi, puntualmente, ricomincia.
novembre 2016 (2025)
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