La mia dolce mano di maîtresse e d’amante
Passa e ride sulla tua cara carne in festa,
Ride e gode del tuo piacere.
Per servirla tu sai bene che lei è fatta,
E il tuo bel corpo bisogna che io lo svesta,
Per inebriarlo senza fine con un’arte nuova
Sempre nella carezza sempre pronta.
Io sono simile alla grande Saffo.
Lascia che la mia testa vaghi e affondi
All’avventura, un po’ selvaggia, in cerca
D’ombra e d’odore e di un lavoro splendido
Verso i gusti della tua gloria segreta.
Lascia andare l’anima del tuo poeta
Ovunque, campi o boschi, monti o valli,
Come tu vuoi e se io lo desidero.
Io sono simile alla grande Saffo.
Stringo allora tutto il tuo corpo avidamente,
Tutta la tua carne contro il mio corpo d’atleta
Che si tende e si rilassa a momenti,
Beato nel trionfo e nella disfatta
In questo conflitto del cuore e della testa.
Per la sterile stretta dove il cervello
Giunge infine a completare la natura
Io sono simile alla grande Saffo.
Congedo
Principe o principessa, onesto o disonesto,
Chiunque se ne lagni e qualunque sia il suo livello,
Saccente poeta o divino prosseneta,
Io sono simile alla grande Saffo.
(Tratto da Parallellamente, traduzione di Manuel Paolino)
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