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l’uomo ed il tempo

di Fabrizio Fabbroni
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Pubblicato il 15/01/2016 21:21:27


“Avvenne che l’uomo scopri il tempo”.
Comprese che la sua vita, come ciclo vitale risiedeva nel tempo.
Comprese l’alba, il giorno, la sera e la notte, comprese anche se stesso, le sue mutazioni, la sua crescita, la sua morte. Il tempo, quindi, segnò lo scandire della vita di ogni essere vivente, in particolare dell’uomo, che sin dalla sua primitiva evoluzione visse con il ritmo del sole, venerandolo. Non comprese, subito, il suo movimento se non riferito al cielo, ma comprese la sua importanza vitale, il sole divenne uno splendido carro trainato da cavalli maestosi che solcava il cielo. La vita scorreva e l’uomo si evolveva ed il sole continuava la sua cadenza temporale del giorno e della notte determinando il tempo con il suo ritmo. Accadde qualcosa, l’uomo si scoprì abitante di un territorio sempre più vasto dove le percorrenze e le conoscenze dilatarono il tempo, non si viveva solo di giorno e si dormiva di notte, ma occorrevano più giorni e più notti per percorrere vie strade e raggiungere città. L’aggregazione degli uomini formò piccoli nuclei di gente, con funzioni diverse ed il tempo si frantumò, non più dilatato, ma divenne puntuale nello svolgimento di varie funzioni che servirono alla comunità. Nacque la necessità di segnare il tempo, di sapere il momento della giornata destinato ad una particolare funzione, ancora il sole divenne l’elemento vitale. Infiggendo un bastoncino nella sabbia, e segnando dei punti di riferimento, la vita, di giorno, divenne cadenzata dal sole e dall’ombra. Sorse la necessità di circostanziare il tempo, non bastava più il sorgere ed il calare del sole, il suo creare ombre corte e lunghe. La vita dell’uomo aveva bisogno di un’organizzazione temporale più certa e precisa, e nei secoli rivolge la sua attenzione sempre di più allo scandire preciso del tempo”. Nascono meridiane e clessidre. La meridiana è un disegno, una rappresentazione che riproduce la posizione del sole nel suo rovescio, assunto nel suo moto apparente, essa riassume, nella sua lettura, l’astronomia del moto della terra intorno al sole. Diviene sogno nel segno ed ammirarla si scoprono i parametri astronomici della terra, dalla sua velocità di rotazione all’inclinazione dell’asse terrestre, all’eccentricità dell’orbita. La clessidra, strumento personale, misuratore del tempo, del tempo personale, degli attimi, cadenzati da granellini di sabbia che passano attraverso uno stretto pertugio indicando la durata, spesso, della propria vita. Ambedue divengono, non solo segnatori di tempo, ma opere d’arte; la prima, affissa su di una parete verticale o spazio orizzontale, lascia la semplicità del segno(numeri e bastoncino) per divenire notizia di astronomia e di fisica, la seconda, posta all’interno, nella casa, nel laboratorio, nello studio diviene scansione temporale di attimi di vita del proprietario. Potremmo dire che la meridiana svolge la sua attività per tutti, mentre, la clessidra per coloro che potevano permettersela. La ricerca continua. Questi due oggetti, per quanto belli ed artistici possano essere, non soddisfano la necessità di scansione del tempo, di una giornata sempre più piena di impegni, nasce l’orologio, sempre più piccolo e preciso, oggetto d’arte, che può essere indossato, ed è lui che ci organizza la giornata ed i ritmi di vita. Molta strada ha percorso il tempo nella sua fissità dai primordi ad oggi, chi più guarda il sole e le sue ombre o la discesa di un granello di sabbia, si guarda un quadrante, spesso di plastica od il cellulare nella realtà, se non avessimo noi il bisogno di quantificare, il tempo non esisterebbe, esisterebbe il sole e le sue ombre.
Fabrizio Fabbroni

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