Pubblicato il 26/06/2016 09:12:02
Scrivo perché mi salva, perché è l’unica cosa che mi resta, perché fissa un suono, le luci, il finale di un atto d’amore, lo scenario di alcune ore di desiderio. Scrivo perché stanno con me quelli che mai staranno, perché scendo al mare dal tavolo dove appoggio il foglio e giaccio quieto nella memoria di un corpo, e prolungo le voci fino a perdere la nozione del tempo (giorni e anni, stretti in un istante che mi lascia indifeso). Scrivo perché scoprendo il seno di una parola incontro l’illuminazione ultima del bacio, perché pronuncio a me stesso la mia unica verità: quella che poi smentisco con la mia vita. Scrivo perché c’è un pianto intimo che mi purifica quando comincio a tracciare segni sulla carta, perché possiedo le cose nel loro respiro umano e posso tornare dove fui esiliato. Scrivo per essere giovane e alimentare una speranza radicale, per avere quello che non ho e ascoltare quello che mai mi dissero. Scrivo perché mai vi fu illusione più bella. (da La rosa inclinada, 1995)
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