poesia è fingere di aver trovato la formula per dire
che si vedono montagne sui balconi delle case
di transito
per quelle, la sensazione di averle già viste è forte
non dirò delle altre ai margini delle infossate, da buon pendolare
e tante altre cose
meglio che io mi fermi alle parole che espongono il mero pensiero
e bene o male tutti ci accomuna la cosa
che non richiede equazioni matematiche
profonde, sennò ci si perde
nel peso della montagna applicato al balcone di transito
di modo che a tutti i ritorni campeggiano sullo sfondo delle cose e se ne stagliano davanti altre
a seconda della giornata, e del clima e delle cose più o meno comuni
in breve ho capito che per quelle montagne percosse dai cieli di tutti i colori
e dai riverberi cementizi, nonché dalla macchia verde che si interpola
a seconda della pragmatica edilizia e del contesto
per quelle montagne lì non si può che usare parole gobbe
non storpie, ma gobbe; e quali sono le parole gobbe? Quelle che si piegano
per convogliare più senso ma però non funzionano
e ora incominciano a venire sempre più spesso
gli altri, dopo aver letto qui, farete maggiore attenzione ai balconi
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