Vassalli costruisce una bella storia ambientata a cavallo tra il '500 e il '600, l'epoca della Controriforma.
É la storia di una ragazza condannata inesorabilmente dal suo modo libero di pensare ad essere espulsa, nel modo più drammatico possibile in quella epoca.
La storia è ben congegnata e ben narrata sin dalla nascita e del suo abbandono, si direbbe quasi un destino segnato.
Il romanzo ha principalmente un carattere sociologico, nel senso che all'autore interessa innanzi tutto mettere alla luce i comportamenti collettivi: la gente con la propria grettezza, la chiesa e i suoi meccanismi per mantenere il potere sulle masse.
In questo caso ambientato nella provincia novarese.
Emergono le bigotterie, le superstizioni, le paure che dominavano ancora quel periodo.
Il tutto è narrato senza suspence perché sin dall'inizio è dichiarato l'epilogo tragico.
Il titolo credo alluda alla “mostruosità” di Antonia, vista con gli occhi della “normalità collettiva”.
Consigliabile.
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