Tiepido un velo mi avvolge
per poi scivolare nel nulla.
Dita sottili scavano
i luoghi piu' oscuri del cuore.
"Strappa ti prego i pensieri tortuosi.
Dalli in pasto a Caino."
Lento un pulviscolo d'oro
mi veste di luce.
La pelle e' baciata dalla rugiada,
caduta dalle corolle appena sbocciate.
Strano, incerto, sbiadito,
il risveglio.
La luce,
attraverso lo specchio sghimbescio
inonda la stanza.
Il caldo, il sudore, il respiro,
avanzano lenti, a fatica.
Il sogno, per caso,
ancora poggiato sul piatto sbrecciato.
I passi distanti di chi,
calpestando la vita
mi ha accarezzata,
si perdono lenti nel buio.
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