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Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)

Natante

di Alessandra Racca 

Proposta di Franco Bonvini »

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Pubblicato il 30/07/2017 10:06:14

Analogia informatica

In programmazione, un linguaggio è tanto più alto quanto più somiglia alla logica umana, e tanto più è indipendente dal ferro che dovrà eseguire le istruzioni.

I linguaggi alti richiedono un’interpretazione che trasforma parole con un senso compiuto in movimenti di elettroni che si spostano all’interno di piccoli wafer di silicio.

Il linguaggio C# , o il Java, sono linguaggi alti;

il C++ medio; l’assembly, o linguaggio macchina, è al livello più basso di questa particolare scala: è quindi il più difficile da scrivere, il più difficile da leggere, ma, allo stesso tempo, e proprio per gli stessi motivi, è il più potente e il più veloce tra tutti i linguaggi.

 

La poesia è linguaggio macchina.

La poesia non va interpretata ma parla direttamente al nostro organismo, nella sua interezza – nella sua fisicità.

Elude i controlli della ragione, sovverte i simboli e gli archetipi e le strutture consolidate del nostro linguaggio, e  crea nuovi significati, dei quali non possiamo dire nulla con il linguaggio convenzionale.

Ogni poesia è un nuovo linguaggio, e contiene la sua stessa grammatica. Come tutti i nuovi linguaggi, il suo apprendimento richiede un po’ di pazienza; ma poi, come si dice, si apre un nuovo mondo.

 

Natante

 

Piove.

 

Mia madre piange

il suo non poter più essere figlia.

 

Io piango

il mio non esser madre.

 

Col mio essere figlia

faccio a pugni da tempo.

 

“Voi donne non siete

mai

contente e siete così enormemente

piene d’acqua”.

 

Le donne in questa stanza

son belle

forse non son mai contente,

a volte piangono ma

sanno consolare.

 

Prendo mia madre in braccio

benché non sia ancora vecchia,

benché non sia ancora il mio turno

d’esser madre di madre.

 

Piccola piccola madre mia

stasera vorrei cullare il tuo pianto.

 

Mia madre sorride acqua

dentro i suoi occhi.

 

Piove.

 

Non c’è nulla di più potente dell’acqua, sai?

Né fuoco, né vento, né terremoto.

E un tempo, si sa,

la vita prese ad agitarsi nell’acqua.

 

Piove e questa stanza è piena d’acqua:

io son quel piccolo feto

bambina

nuoterò tutto l’inverno

nascerò a primavera

prima uscirà acqua

poi me.

 

Non preoccupatevi quando piangerò.

Piangere serve per respirare.

 

da:

https://grafemi.wordpress.com/2011/12/07/poesie-antirughe-di-alessandra-racca/


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