Pubblicato il 19/12/2015 17:04:10
Verso casera Colmajer
Saliamo mentre la neve insegna teologia dal bianco scranno di particelle aeree.
L’arte orafa delle foglie ci spinge a brillare cadendo, perché il bosco è la madre che viene a coprire i suoi figli.
Cade su di noi la sera, precipita come un busto di dea che si impone senza inchiostro sulla cataratta della tormenta.
Così dolcemente aderiamo al teatro dei faggi introversi al lieve autismo del cerbiatto sulla carreggiata appena coperta.
Tutto sembra attecchire, solo il dolore si stacca per tuffarsi dove l’umano non tocca.
Poi la neve si attenua e il buio rivela api di stelle regine, spie venute dalla cortina di ferro del cielo.
E noi, soverchiati da questo chiarore, diventiamo pelle d’oca incendiata del mondo.
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