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Geta, lamento #SaveAshrafFayadh

di Nicolò Errico
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Pubblicato il 12/01/2016 19:41:59

Fratello, è davvero così?
Amare chi ti è vicino, onestamente,
ti fa odiare ancora di più?
Non so, non capisco...
Roma non vale il tuo delitto,
ignora la politica, distrutta
deve essere e scongiurata
se divide i figli e li uccide.
Non sarebbe un qualche miracolo
fratello mio, mia carne,
se mai più, dico, dovessimo
indossare armature arrugginite
e brandire armi insanguinate?
Se riscuotessimo gloria eterna
superando i nemici
senza il bisogno dell’estinzione
non sarebbe un onore più grande?
Vivere senza rimpianti, liberi
da governi terreni e lotte di potere
nella pace serena e solidale
di una riscoperta umanità...
Ma tu che hai la spada, fratello,
bagnata del mio (nostro!) sangue
non vorrai capirlo per molto tempo
e così i tuoi sudditi, così gli umani.
Dunque, Caracalla, continua pure
ma non gridare “Geta!”, il mio nome,
quando affonderai in un lago rosso purpureo
ricoperto delle viscere sprecate
del tuo popolo, i Romani.


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