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Società Odierna. Storia di ordinaria apparenza.

di Giulia Bellucci
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Pubblicato il 12/04/2017 16:32:19

"Cara, sei già ai fornelli? Così presto!" dice Fernando a sua moglie Clara, entrando in cucina, e le dà un bacio sulla guancia come fa al risveglio ogni mattina. Ma quella è una mattina speciale, è il loro anniversario di matrimonio: il 48_esimo.

"Ma, caro, lo sai che abbiamo ospiti: vengono Antonio con tutta la famiglia. Hai dimenticato che giorno è?"
"Non l'ho dimenticato, infatti ho una sorpresa per te, anzi per noi."Tirò fuori dalla tasca un biglietto per andare ad assistere alla rappresentazione della Norma quella sera al teatro comunale.
"Hai sempre detto che ti dispiaceva di non essere mai andata a teatro e stasera ti porterò."
Clara ne fu davvero felice, la loro era stata una vita fatta dell'essenziale, il massimo divertimento erano state le feste in piazza per il Santo Patrono, qualche giornata al mare a pochi chilometri da casa e gli spettacoli trasmessi in televisione, ovviamente. Ma, ogni volta che facevano il bilancio della loro vita insieme, si reputavano felici.
Antonio era il loro figlio unico, quindi era sempre stato accontentato quasi in ogni richiesta, prima e dopo il matrimonio, soprattutto per intercessione di Clara che era la Bontà fatta persona, non adeguatamente ricambiata dalla moglie di Antonio. Gertrude, questo il suo nome vero, ma Apparenza era quello che le calzava meglio, invece non ricambiava tanto affetto. Faceva comodo anche a lei frequentare i genitori di suo marito, ma si manteneva fredda e distaccata. Era insegnante di matematica al Liceo Scientifico della loro città: una donna distinta, sempre in ordine, mai un capello fuori posto, ben truccata e ben vestita, abiti firmati, una vita di società impegnata. Ovviamente un tipo di vita così richiedeva un certo impegno economico. Antonio invece era un ingegnere impegnato nell'ufficio tecnico del comune, ecco perché Gertrude ci teneva tanto a mantenere una certa immagine. Avevano due figli: un maschio ed una femmina di quattordici e tredici anni, cui non facevano mancare nulla perché non dovevano avere nulla da invidiare ai coetanei che frequentavano.
A mezzogiorno Clara aveva già finito di preparare tutto per il pranzo. Antonio e famiglia giunsero poco dopo. Gertrude, vestita a puntino per l'occasione, con tanto di profumo, che si diffuse in casa ancor prima che potesse entrare lei, fece mille complimenti alla suocera per la bellissima tavola imbandita e poi per il delizioso pranzo. Durante il pranzo non mancarono le occasioni per pavoneggiarsi della loro vita, dell'influenza che Antonio aveva in paese, di quanti amici tra quelli che contavano in città li cercavano e delle loro importanti cene.
Dopo pranzo Antonio chiese al padre di potergli parlare in privato.
"Dimmi, Antonio, c'è qualcosa che ti preoccupa?"
"Sai papà, oggi la vita è molto difficile. Non è come ai tuoi tempi. Non è semplice arrivare a fine mese. Troppe spese. Siamo in arretrato di quattro mesi con l'affitto. Potresti farci un prestito, diciamo, di quattromila €. Giuro che te li restituiremo non appena sarà possibile."
Ferdinando sgrano' gli occhi e disse: "Ma come fate ad avere difficoltà ad arrivare alla fine del mese, due professionisti come te e tua moglie. Se è vero, dovreste cercare di moderare il vostro regime di vita. Avete comprato l'Audi sei mesi fa quando avevate già una BMW e un'Alfa. Avete fatto una vacanza di due settimane in giro per l'Europa solo un mese fa. Non vi sembra di condurre una vita oltre le vostre possibilità? Di questo passo dove andrete?"
"Hai ragione papà, ma oggi non si può fare diversamente, se si vuol stare al passo con gli altri. Per le posizioni che occupiamo in società, non possiamo venire meno a certi standard di vita. Gertrude ci tiene tanto, sai come sono le donne."
"Va bene, ne riparliamo domani. Ripassa da solo."
Antonio e famiglia andarono via verso le 17,00. Clara si era subito accorta che, dopo aver parlato con il figlio, Ferdinando aveva cambiato completamente umore: era diventato pensieroso e si era alienato per tutto il resto del tempo in cui Antonio e famiglia erano rimasti.
"Caro, cosa ti preoccupa. Di cosa avete parlato con Antonio? È da allora che ti sei oscurato" chiese Clara.
"Antonio mi ha chiesto un prestito di quattromila €. Sono in arretrato di quattro mensilità di affitto. Ti rendi conto? Una casa, con due stipendi come loro, avrebbero dovuto acquistarla. Dice che fanno difficoltà ad arrivare alla fine del mese."
"Ma come fanno? Comunque, se ci chiedono aiuto, forse glielo dovremmo dare. Siamo i genitori."
"Non è questo il punto. Ti rendi conto che le persone che non arrivano a fine mese non tengono tre macchine di quella portata? È vergognoso. Ti ricordi quando ci siamo sposati noi? Non avevamo una lira e nessuno ci ha dato nulla. Abbiamo acquistato una casa, abbiamo laureato un figlio. Ma tu, quante volte andavi al mese dall'estetista? E dalla parrucchiera, anzi coiffeur, che fa chic? E al ristorante? E quante vacanze hai fatto? Io non dico che non si debbano fare queste cose, ma, se poi non si riesce a pagare l'affitto, sarà il caso di rinunciare a qualcosa? Ma è possibile che oggi si pensi solo all'apparenza? Che eredità lasceranno ai loro figli, e parlo soprattutto di eredità morale? Quali valori si trasmettono alle nuove generazioni?" Era davvero arrabbiato Ferdinando.
Clara gli prese la mano e disse: "Le cose sono cambiate, è tutto diverso oggi. Loro sentono di dover fare come fanno gli altri per non trovarsi indietro".
" Cioè tu mi stai dicendo che noi facevamo le lotte per mangiare, per cose vitali e oggi la gente invece deve far le lotte per adeguarsi agli altri? Per essere accettati dagli altri? Ma di cosa stiamo parlando? Io non voglio prestarmi a questo. Non gli darò quella cifra. Forse prima o poi capiranno."
"Ma non servirà a nulla se non ad allontanarli da noi. Sai com'è Gertrude, sembra carina, gentile, ma serba rancore se non si sente onorata, se non si sente rispettata. Penserà che siamo cattivi e che vogliamo andarle contro" replicò Clara.
"Cioè devo far finta di niente ed essere accondiscendente? Ma se noi un giorno dovessimo avere bisogno, lei ci aiuterà? Non credo."
"Si, ma cosa importa. Noi dobbiamo farlo per nostro figlio e i nipoti. Vedrai, saremo ricompensati dal Signore, un giorno."
Alla fine la Bontà di Clara vinse un'altra volta su Ferdinando, che era una persona di sani principi e con una morale individuale davvero enorme e non era mai sceso a bassi compromessi conformisti nella sua vita. Grazie alla Bontà di Clara, vinse anche l'Apparenza, quella che caratterizza l'odierna società. Ma Ferdinando non mancò di precisare al proprio figlio che da allora egli non li avrebbe più aiutati ed avrebbero dovuto perciò trovare un modo alternativo per poter continuare a mantenere quel tenore di vita.


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