L'indigeno lucano
Su strade polverose,su aride mulattiere,
attraversando torrenti morti,
all'ombra di montagne inerti,
in groppa ad un asinello andava,
un ammasso di vestiti stinti
che sotto il solleone lento ciondolava.
La speranza era il suo forte,ma...troppo lenta
andava,mentre intanto lui sudava
e sopra un campo arava.
Quando tempo era passato
senza aver mai tirato il fiato,
si accorge solo ora, che le sue forze
lo hanno abbandonato.
Giace lì a terra inerte,
sopra un cumulo di foglie morte,
fra fiori variopinti , con i suoi vestiti stinti.
Lo sguardo alle sue montagne,
che non avrebbe più riviste,
mentre una nenia di paese
aleggiava sul suo sorriso triste.
Sotto i raggi del solleone il suo corpo ormai traslava,
mentre il canto di un pavone nel silenzio lo salutava.
Come sono amare quelle terre,
come sono chiuse quelle porte,
l'indigeno lucano,ora abbraccia quelle terre
nella sua cattiva sorte.
Gerardo Miele
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