Pubblicato il 25/03/2016 00:15:23
Occhi più vasti di noi
In questo squarcio di secolo abbiamo già visto uomini precipitare a testa in giù nell’inverso ascensore del cielo abbiamo visto l’intonaco delle scuole tingersi di un fosco rosso carminio, città intere sparire in un bosco di calcinacci, donne e uomini sostenersi nel fumo dell’esplosione come passanti cercati dall’apocalisse.
In questo squarcio di secolo i nostri occhi sono cresciuti immensi così grandi che non abbiamo più palpebre per ricoprirli, lacrime idonee a inumidire la pupilla quando spira la raffica spoglia, quando il dolore s’incarna nella morsa di una visione.
Non c’è stato il coraggio per ascoltare quello che abbiamo rivisto, per calare uno spicchio di luna lampante nel buio omesso del mondo, e così siamo rimasti spesso seduti con occhi giganti e gessetti colorati a raccontare con parole indigenti -all you need is love- le emozioni disperse nell’avanzare della cataratta.
Abbiamo bisogno di una comprensione nuova, di uno scatto di visione interiore o finiremo per inseguire la scia degli incendi, le sirene delle ambulanze che rimbalzano nell’eco dei palazzi, come alpinisti dispersi nella bufera che invano innalzano fugaci bivacchi di sola emergenza.
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