Amok di Stefan Zweig
Amok può riferirsi a diversi concetti, ma il significato più comune è una condizione di furia omicida improvvisa e incontrollabile, associata ad una profonda sofferenza psicologica.
In questo celebre e breve racconto di Zweig, datato 1922, il narrante riceve da uno sconosciuto, in alcune serate, al buio sulla nave, il racconto dell'esplosione finale della sua pazzia.
O meglio, Amok, una follia rabbiosa che per lui si dipana in pochi giorni con una inutile corsa pazza per un errore commesso.
Si tratta di un medico, autoesiliato nella profonda foresta malese da anni, che riceve inaspettatamente la visita di una signora della comunità della borghesia bianca che gli chiede
di farla abortire. Subito!
Per evitare lo scandalo prima del ritorno del marito.
Le conseguenze del suo rifiuto, incomprensibile anche per lui, sono tragiche.
Inutile e tardivo il suo ripensamento che viene sigillato dalla sua promessa al silenzio.
Ma da questo suo inconsiderato gesto l'infelice verrà travolto completamente da questa violenza che diventa ovviamente autolesionista.
La maestria di Zweig ti prende facendoti vivere una furia inarrestabile, ti trascina magistralmente in questo gorgo dal finale tragico, in un paesaggio cupo, da tenebra, dove non compare mai la luce.
Finale che non può non far riflettere sul finale tragico della vita stessa dello scrittore.
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