Savonarola. Ascesa e caduta di un profeta del Rinascimento
di Donald Weinstein
Giusto titolo che sottolinea la brevità della misione del frate ferrarese, infatti la sua missione fiorentina durò solo 8 anni.
Differenti i giudizi su di lui.
Per Franco Cordero era un “Pio terrorista, invasato e apocalittico” oppure un cialtrone...
Macchiavelli sottolinea invece come la costruzione di uno Stato necessiti non solo di una visione ma anche della forza del comando per sostenersi, altrimenti il tutto si rivela una smargiassata, una falsità, un sintomo d'impotenza. Tradotto: un opportunista furbo e disonesto.
Per Guicciardini invece il Frate ebbe il merito di aver salvato nel 1494 la città dal caos, con la caduta dei Medici, ed aver inaugurato un intermezzo di pace e vita cristiana. Però sulla sua legittimità profetica non si espresse mai. Creò certamente più libertà per il popolo ma con un governo transitorio e accentratore.
Per Donald Weinstein, Savonarola convinse se stesso di avere recepito il messaggio divino dell'Apocalisse e di esserne il messaggero.
Si immerse negli affari di stato per condurlo in un mondo migliore.
Dopo la mancata produzione del miracolo promesso (la rifioritura di una Firenze più gloriosa) avrebbe ammesso di essere stato ispirato da ambizioni di gloria e potere.
L'apostolo di Dio governò con le sue profezie posteriori, le sue visioni ideali e le illuminazioni divine al servizio di nuove verità che divennero il sintomo della sua crescente megalomania.
Demonizzando i tiepidi e reprimendo il dissenso con la violenza e castigando ferocemente i sodomiti si convinse di trasformare Firenze nella Nuova Gerusalemme.
Irascibile, puritano, guerreggiò per un mondo che, secondo Macchiavelli, adattava secondo le sue bugie.
Nessuna traccia nel libro di ostilità dottrinale verso papa Alessandro VI Borgia, anche se Savonarola rifiutò sempre un confronto diretto con Roma. Rimase invece la differenza fondamentale per l'opposta collocazione politica tra Firenze ed il papato. Con la Francia contro la Santa Alleanza papale.
Inacettabile comunque, nella lotta fra i due schieramenti rimase per Firenze la rinuncia al porto strategico di Pisa, occupato dalla Santa Alleanza.
Importante l'irremovibilità di Firenze, anche dopo la caduta del Frate, per non consegnarlo a Roma, perchè la Repubblica, gelosa della propria autonomia, non intese sottostare al dominio papale, pur consentendo la partecipazione dell'inquisitore inviato durante il processo.
Ovviamente senza che questo mutasse il tragico giudizio finale sul Profeta!
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