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Discarica abusiva nel comune di Casandrino

Argomento: Sanità

di Bianca Fasano
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Pubblicato il 21/10/2025 11:11:51

Individuata una discarica abusiva nel Comune di Casandrino, che si trova ai margini di quello che é definito il "triangolo della morte", un'area della Terra dei fuochi che include altri comuni come Acerra, Caivano, Casoria, Frattamaggiore, Giugliano, Marano di Napoli, Nola, Qualiano e Sant'Antimo. Essendo stata Individuata una discarica abusiva nel Comune di Casandrino, che si trova ai margini di quello che viene definito il "triangolo della morte", un'area della Terra dei fuochi che include altri comuni come Acerra, Caivano, Casoria, Frattamaggiore, Giugliano, Marano di Napoli, Nola, Qualiano e Sant'Antimo, dopo essere stato sollecitato da persone abitanti in zona, l’On.le Francesco Emilio Borrelli, giornalista, professionista dal gennaio 2006, ha deciso di intervenire con una “Richiesta di intervento urgente per la rimozione di discarica abusiva di rifiuti tossici incendiati gestita da organizzazione criminale strutturata in Via Lavinaio - Casandrino. Pericolo imminente per la salute pubblica e l'ambiente. Necessità di intervento delle forze dell'ordine per contrasto alle ecomafie” rivolta a: A.S.E. PREFETTO DI NAPOLI; protocollo@pec.comunecasandrino.it; Al Commissario Straordinario del Comune di Casandrino – Dott. Annunziata - Al Sub Commissario Straordinario del Comune di Casandrino – Dott. De Santis – Al Comando di Polizia Municipale del Comune di Casandrino – Al Sostituto Procuratore della Repubblica di Napoli Nord; Al Comando Provinciale dei Carabinieri di Napoli e infine Alla COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SULLE ATTIVITA' ILLECITE CONNESSE AL CICLO DEI RIFIUTI E SU ILLECITI AMBIENTALI AD ESSE CORRELATI. Occorre non dimenticare che uno studio del 2007 dell'Organizzazione mondiale della sanità, dell'Istituto superiore di sanità, del Consiglio Nazionale delle Ricerche e della Regione Campania, ha monitorato in 196 comuni campani, la mortalità per tumori e le malformazioni congenite nel periodo dal 1994 al 2002. Lo studio ribadisce la definizione di “triangolo della morte”, che venne utilizzata nell'agosto 2004 dalla rivista scientifica The Lancet Oncology la quale pubblicò uno studio di Kathryn Senior e Alfredo Mazza, dal titolo: Italian “Triangle of death” linked to waste crisis (Il "Triangolo della morte" italiano connesso alla crisi dei rifiuti). Tale studio ha applicato sviluppate tecniche statistiche, comprendenti una stima degli intervalli di confidenza associati a ciascuna stima di mortalità, a mezzo di un'analisi bayesiana. In tal modo è stato messo in evidenza che «la mortalità per tutte le cause è risultata in eccesso significativo per gli uomini del 19% nei comuni della provincia di Caserta e del 43% nei comuni del Napoletano; per le donne del 23% nel casertano e del 47% nel napoletano». A tali già disastrose evidenze sono stati associati eccessi di malformazioni congenite. Appare chiaro, tornando quindi alla discarica abusiva di cui parliamo, una relazione con il fatto che «Le zone a maggior rischio identificate negli studi sulla mortalità e sulle malformazioni congenite in buona parte si sovrappongono e sono interessate dalla presenza di discariche e siti di abbandono incontrollato di rifiuti», anche se «è comunque difficile stabilire se la corrispondenza dei numerosi eccessi con la possibile occorrenza di esposizioni legate allo smaltimento dei rifiuti sia di natura causale e, nel caso, stimare l'entità di tale impatto». La richiesta di intervento urgente, vuole evidenziare come sia “stata accertata la presenza di una discarica abusiva di rifiuti tossici di varia natura che risultano essere stati oggetto di combustione sistematica, nell'ambito di un'attività criminale organizzata che presenta tutti i caratteri dell'attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti di cui all'art. 452-quaterdecies del Codice Penale”. In relazione a tale fatto è stata realizzata anche una diretta Tv da Tv Luna , di fuori grotta, cui hanno partecipato in presenza o mediante telefonate, cittadini del territorio. Detti cittadini lamentano come da anni, avvertano tutte le notti puzza di bruciato, miasmi che procurano anche attacchi di tosse, provenienti dalla combustione di materiale tossico. Tale cattivo odore si avvertiva anche nelle vicine strade di via Paolo Borsellino, che congiunge Casandrino ad Arzano e Melito, e soprattutto in via Lavinaio, una parallela di via Borsellino. Questa strada sarebbe da tempo luogo deputato al deposito di tali rifiuti illeciti, inoltre negli ultimi tempi in due sue diramazioni interne si sarebbe aggiunta una vera e propria attività di incenerimento, combustione, bruciatura, di materiali di tutti i tipi ( scarti di opifici, stoffe, pellami, resti di ristrutturazioni edili, barili contenenti liquidi non meglio identificati e tanto altro). I cittadini lamentano che qualcuno, non ancora ufficialmente identificato, depositi questo materiale e poi lo bruci, ricoprendolo di terreno per nasconderlo. Tale combustione, visibile, sembra continui per ore, arrecando un danno nocivo alla salute dei cittadini notte e giorno. A detta di quanti hanno chiesto aiuto, il comune e le forze dell’ordine sarebbero state informate. Nella richiesta effettuata da Borrelli si precisa come l’intervento di controllo sia avvenuto in Casandrino (NA) alla via Lavinaio altezza del ponte dell’asse mediano, e sia richiesto in tal senso l'immediato intervento delle autorità competenti (amministrative e giudiziarie) per porre fine “alla gestione abusiva di rifiuti tossici incendiati ivi rinvenuta in loco sì gestita – certamente - da un'organizzazione criminale strutturata, come puntualmente documentato attraverso rilievi fotografici e riprese video diffuse sui social media che qui si allegano per una migliore e tangibile comprensione della gravità della situazione rinvenuta”. Viene inoltre precisato (a detta del firmatario On. Borrelli), che ci sarebbe modo di evidenziare una “Organizzazione dei mezzi e controllo del territorio” in quanto ”Lo stato dei luoghi evidenzia una strutturata attività criminale che ha installato una sbarra metallica all'ingresso dell'area per controllare gli accessi e impedire l'intervento delle autorità, configurando un vero e proprio controllo del territorio finalizzato alle attività illecite”. È cosa nota come, in Italia, le discariche abusive si formino principalmente a causa di pratiche di smaltimento dei rifiuti illegali e non conformi alle normative ambientali. Non è scusabile più oggi, visto che dell’argomento si parla molto ed esiste una legislazione ad hoc, dare la colpa alla ignoranza, alla inerzia e alla pigrizia. Sappiamo che le principali cause della formazione delle discariche abusive vanno collegate anche al desiderio di evitare i costi e le procedure necessarie per lo smaltimento corretto dei rifiuti, da parte di aziende che antepongono alla preservazione della salute pubblica la comodità di scaricare illegalmente i propri rifiuti in aree non autorizzate. Possono essere terreni pubblici o privati, zone rurali, persino in vicinanza di corsi d'acqua e aree boschive. A volte capita in quanto, in alcune aree, vi sia una carenza di strutture di smaltimento dei rifiuti adeguate oppure i servizi di raccolta dei rifiuti siano inefficaci. Ci si augura che la messa in luce della problematica conduca al più presto ad una soluzione drastica in difesa della popolazione. Bianca Fasano, giornalista e scrittrice.


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