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Un ragno ad Aleppo

di Federico Zucchi
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Pubblicato il 16/08/2016 11:21:05

Un ragno ad Aleppo

Ho faticato molto a venire sin qui
la fila di olmi abbattuti, l’altalena
dei lampioni divelta, gli insetti
fuggiti a volo radente, la polvere
che impregna di sangue le ragnatele.

Ho detto qui sarò al sicuro
dentro una sala operatoria
nel bossolo della persiana,
piuttosto vicino al profilo
sacerdotale dell’anestesista.

Ho pensato che la guerra
non sarebbe entrata senza
indossare i guanti di lattice
o almeno lavarsi le mani
per tutti quei morti.

Ho pensato adesso sono a posto
qualche moscerino non manca mai
nemmeno in un ambiente asettico,
specie quando la luce si smorza
e il chirurgo si spoglia del verde.

Ho pensato di essere salvo
ma non avevo capito che
la guerra detesta le sale
d’aspetto e dileggia
i luoghi più umani.

Ho pensato -mentre morivo-
alla mia cattedrale di fili
sospesi, poi un boato
e l’ultimo lampo
sul bisturi cieco.

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