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La sedia di Manzano

di Federico Zucchi
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Pubblicato il 11/02/2017 17:54:53

La sedia di Manzano

Da qualche giorno non c’è più
la sedia più alta d’Italia.
Il tempo, la tormenta, la pioggia
hanno manomesso la spalliera;
l’uomo, poi, ha fatto il resto
smantellando l’alto schienale
sradicando le gambe da modella
dall’arato della rotatoria.

Il distretto della sedia non
ha più il vessillo, il totem
è pronto per la discarica,
gli anni novanta giacciono
a terra sconfitti e come
gli occhi di Schillaci
rimandano braci
incompiute.

Ora la rotonda accarezza
un vuoto al centro, mentre
ai lati si dispongono emaciati
capannoni che non sanno
lasciarsi estirpare.

Bisognerà trovare altre strade
per intrecciare la paglia delle stagioni,
adesso che la rete seduce e segmenta
ricuce e rivende senza aspettare
l'agire artigiano.

Da qualche giorno non c’è più
la sedia più alta d’Italia e forse
è meglio così, anche se fa tenerezza
pensarla nelle stagioni, issata
come un gigante esibito
allo sguardo bramoso,
come una tigre ammansita
in un circo in declino
che muore distante
dalla ribalta.

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