DI LUCI E PENSIERI INTORNO A “COMES A TIME”
Comes a time when you're driftin'
Comes a time when you settle down
Comes a light feelin's liftin'
Lift that baby right up off the ground
Viene un tempo in cui sei alla deriva
Viene un tempo in cui ti sistemi
Viene un lieve sentimento che solleva
Solleva quel bimbo da terra
(Comes a time, Neil Young – 1978)
Viene un tempo, viene:
ogni cosa a suo tempo,
ogni cosa ha il suo tempo,
ogni tempo ha la sua cosa.
Puoi cercare la regola nell’Ecclesiaste,
in una canzone dei Byrds,
più facilmente nei giorni già evaporati,
se torci il collo,
o nelle scarpe che calzerai,
se i piedi nei polacchi aspettano pelle e terra
come i bambini Santa Lucia.
Stasera, mentre l’olio brucia nella lampada
e il cerchio a specchio ripropone nenie consolatorie
depurate da scariche elettrostatiche,
ritorno a giorni e musiche
che sapevano di bottega di elettrauto
di moquette, cuscini e poltrone di design
nella tua casa sotto la collina
quando si sognava la rivoluzione dei fratelli maggiori
e già si indossavano giubbetti di conformismo.
Quando Torino e Venezia erano America e avventura,
la chitarra, una busta di tabacco con la buccia di mela,
una sciarpa indiana e la Tolfa
l’equipaggiamento dei viaggiatori
che mai sarebbero giunti a destinazione.
O forse sì.
Viene un tempo, viene.
CD, 26 febbraio 2016. ©
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