Pubblicato il 26/06/2017 09:49:29
Almeno non addolcire
Viviamo in tempi di potenti finzioni corpi speciali e missioni di pace torture travestite da guarigioni cronologie di google e bassi fondali dove è facile restare incagliati sulla costiera mentale.
E intanto muoiono lontano ostaggi senza protezione scudi umani irraggiungibili. E intanto muoiono vicini persone prese a caso, commessi viaggiatori sulla rotta del terrore.
L'epoca dei lumi ha smarrito i lampionai e la notte è scesa come una seconda retina a impastarci la lingua a incantare gli occhi spalancati con la musica techno delle immagini.
E' allora che nasce la tentazione di addolcire il mondo, di zuccherare le zone ad alto rischio, di rovesciare gocce di stevia sui taccuini di guerra, aspartame sui dispacci delle fabbriche, zollette di canna grezza sulle scapole dei braccianti declinate sui cassoni.
Se davvero vogliamo preservare un angolo di dolcezza spudorato dobbiamo tornare a chiamare le cose per nome, per quello che sono, abbandonando la cautela dello sguardo, andando a scuola dai boschi, dalle cascate, da chi non teme d'incontrare lembi di vero nel calco del caos, fino a spogliare la simulazione con la realtà svelata dalla sua esigenza.
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