C' era solo la luna sveglia quella notte,
e io.
Tutti dormivano.
Illuminava l' aria
e i pulviscoli di neve brillavano freddissimi e pungenti tra gli alberi,
creavano una nebbia bianca sulla stradina sterrata per la polveriera,
proprio in mezzo al bosco.
Non c'era un suono, solo freddo e male alle dita per il fucile gelato.
Ma bisognava stare all' erta, per un improbabile chi va là,
mancava ancora qualche ora per andare a riscaldarsi.
E' apparso all' improvviso
da destra, grande, fiero, spezzando un ramo,
così l' ho visto.
Dev' essermi fuggito di bocca lo stupore e lui ha visto me,
s' è fermato,
è indietreggiato un passo per rimandare il suo cerbiatto nel bosco,
ma lui no.
Lui è rimasto a guardarmi,
e io a guardare lui.
Ero armato, lui doveva conoscere i fucili ma non se ne andava
/non aver paura/pensavo, e intanto non so cosa pensasse lui
il silenzio sembrava più fondo e il tempo era l' eternità,
poi ha traversato con calma la stradina col suo cerbiatto e è sparito nel bosco.
Verso chissà dove.
All' orologio mancava ancora qualche ora per andare a riscaldarsi.
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