Come giunco che al vento si piegava,
mi fletto senza infrangermi, paziente,
e come stella, quando il ciel m’amava,
splendevo, poi svanivo, lentamente.
Come rugiada scendo in un dolore,
nel cuor dell’amicizia mi disciolgo,
lenendo arsure, attendo quel calore
che al tempo dono e mai del tutto tolgo.
Come luna, spenta nel suo giro,
scompaio a chi non vuole più vedere,
ora spazzo il male, m’innalzo e miro
la quiëte che riporta ad un tacere.
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