Pubblicato il 22/12/2017 16:15:04
Non c'è tempo che fugge al tempo, di fiamma annerisci il cuore avveleno. Si scaglia la roccia divampa il pensiero, riaffiora dal mare l'atteso levriero. Strapiombo dirupo di parole distorte, allinea le righe non ritornano le foglie morte. La punta del pugnale rovente, inarca al vertice la costante. Dal ferro foggiato si fonde la ragione, nessuna spiegazione, nessuna rivelazione. Tendo la corda monarca, alla gente tu che passi infuocato, in questo frangente. Il sentiero di mano indurita, la nebbia al collo e la pietra atterrita.
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