Sfoglio i tuoi libricini,
e li accarezzo, mamma,
libri invecchiati,
di polvere coperti,
con le pagine qua e là consunte e stinte.
Apro la nera copertina,
con incisa una croce ed una scritta in oro,
e dentro,
mesto rileggo una preghiera.
Io, sì,
mamma mia stanca,
sono io che leggo la preghiera
che da bambino sussurravi mesta,
la sera,
seduti attorno a una caldana
in una casa ormai vuota e lontana.
Io che non credo ai santi ed ai martiri,
che mi rivedo bimbo,
e che pio ascolto,
seduti attorno al fuoco,
la vita di San Giovanni Bosco.
T’ascolto!
E la tua voce si confonde,
addolorata e flebile da lungi,
col forte ruggir del maestrale
che gelido s’aggira per le case
di questo vecchio borgo di Maremma,
e si disperde tra la densa nebbia
che umida e fredda sale su dal mare.
Savatore Armando Santoro
(Boccheggiano 27.10.2002)
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