Seguo la linea quando scompare
dietro una curva - come il tornante
che offusca la cima salendo gli dei
e sembra di scendere- l’intima stella,
più grande di me. L'ascolto obbediente
mentre l’acqua finisce e l’ultima legna
è sul fuoco a bruciare il brillio naturale
la carne del soffio, la sua direzione.
Con le ossa nell’aria lo stesso cammino
nell’oscuro dell’abse mi insegna a vedere
dove il silenzio non sta senza verbo,
a tenere un diario, a scrivere lettere
mi inchino, confusa - Di fronte a che cosa
tu fai riverenza? A chi ti inginocchi?-
Assentendo alla vita, io credo, soltanto
se chino il mio capo, cadendo vicino
al verde nel vero alla sua primavera
al suono che fa sentire che “ vr”
dispone nell’aria la pioggia dei fiori
che l’acqua raccolta nel cuore a giumella
offre al pensiero e alle mani il sapore
dal basso continuo, andando alla gioia
se dalla terra imparo il respiro.

Scultura Georg Kolbe