Se per dirti basta fare del silenzio
con le labbra dischiuse alla corona,
inciampando nell’aria della gola,
da lì, hai fatto entrare le sorelle,
tra i sentieri più nascosti di ogni fiume,
quelle parole e l’anima nel petto?
Sopra il capo - nostro Signore, principe, infine sposo-
i nostri capelli sono le tue corna?
Oggi ho immerso il viso nella pancia di una donna,
con dentro un bimbo di appena pochi giorni.
Ho sorriso per tanta commozione,
immaginando di sentire il nucleo rosso
dei globuli nuotare come uccelli.
Scomparirà la noce d'oro già domani,
nel midollo vocato a cancellare
che nelle ossa c’è il ritiro dell’alef,
la clorofilla che si scambia in rossovivo.
- Nel dramma di Caino, quel suo nome
dice un nido, come quello nella mano
di Giacobbe, per guarirne la ferita.
Se nel verde del sinoplo vive il rosso
la muta del respiro è il testimone
che reso tutto il ferro torneremo
alle radici degli alberi che siamo?-
Mi raccolgo intorno al tuo ombelico,
al mozzo della ruota, alla sorgente
di ogni movimento, a una preghiera.
Vorrei, all’emergenza della neve,
fermarmi qui con te ancora un poco,
ma sono troppe le domande che ho rivolto
ad una lettera che vive senza suono.
Ritorno giù in paese con letizia,
a mangiare l’erba bassa e i cereali,
a preparare la Pasqua delle rose.
( w.i.p. da : " il viso che magenta " )