Dell’anima, pigmenti d'amore
tingono tessuti, ma quelle ore
sembra non vogliano trascorrere.
Troppo velocemente naviga
l'onda d'un suono, che da lontano
mi raggiunge, nel suo insorgere.
Dell'esistenza tange i contorni,
sotto forma d'aria, che rinfresca
la tela di una fragile essenza.
Mi percepisco araba fenice,
sol raggiungendo lesto, la cima
dell’indesiderata presenza.
Or, sull’insistenza, mi interrogo
di una paura che, muta, freme
nell’inatteso suo fluttuare.
Già s’affaccia un’altra giornata:
affrettati... prima che gli sforzi,
in ciclopi possano mutare!
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