Cedendo alla violenza del mondo,
è arrivato momento d'abbandonare
i corsi dolci, tortuosi, della strada della ricerca,
dove, intorno a me, cadono case, condominii, caserme,
alberi, nell'orgasmo del terremoto.
Quando tutto crolla rischiare di ritrovar cadavere
sotto cumuli di macerie ciò che brami,
caduto dall'abisso dei cieli
alla banalità insensata della terra
scossa dai conati,
è eccessivo azzardo.
Restiamo noi, sulla terra insensibile,
noi, a terra, davanti ai nostri mille fallimenti,
i desideri infranti, traditi a sessanta centesimi di euro
dalla svalutazione, umiliazioni, sentori di diversità,
tristezza, amori tra-le-braccia-di-un-altro,
senza trascinarci addosso nuvole e asteroidi,
abbandonando il cielo ai suoi destini di divinità tremante,
malata di Parkinson, vittima inconsolabile del terrore di cadere.
[Lame da rasoi, 2008]
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