Pubblicato il 16/03/2018 01:54:52
Case cadenti La foto è di Romolo Piscioneri (Segretario Provinciale Fai-Cisl Reggio Calabria) ed è tratta dal suo volume “Per la terra, con la terra” - Editore Pangallo-Locri (2015) Queste case cadenti rifugio di sudori d'altri tempi, sanno ancor di scirocco e di fatica, profumano di polvere, di terra inaridita. Queste case cadenti, sperse su campi vuoti e abbandonati, sfiorate da strade bianche e polverose, senza più fresie e rose, le ho tutte nel cuore conservate nessuna ancora oggi è cancellata; ogni tanto le sfioro, reliquia sacra che aiuta e ti protegge come croce sul petto accarezzata. Quante volte passando le incrociai, sotto il sole cocente dell'estate, ai bordi di fiumare desolate, case vuote e silenti spesso abbandonate dalla gente emigrata in altri continenti. E quelle aie deserte, senza più contadini, senza più galli canterini, senza chiocce e galline, senza il maiale che grugniva assorto, prive dell'asino che ragliava al vento, del cane alla catena triste e spento, mi danno ancora un senso di sconforto un abbandono che fa ancor soffrire, che riporta alla mente una condizione misera che opprime che suscita nel petto tanta malinconia senza ragione, miseria e privazioni dalle quali un giorno si è scappati per guadagnare un poco di decoro ma che ci lascia soli e disperati. Muri lisi, pietre lisce e tonde dei torrenti, dove un sorriso ancora non s'è spento, dove un canto di donna ancora sento, case vecchie e cadenti rifugio solitario di perdenti. Salvatore Armando Santoro (Donnas 23.1.2016 - 20,34)
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