Ormai coi geni alla deriva
nel giardino in esplosine
per dei colori in effusione
un vecchietto che si aggira
con l’archivio che ha già pieno
dove han preso piede le ragnatele
per offuscare la memoria
Lo si vede da lontano
sempre in cerca di un saluto
da chi viene contromano
Ha le rughe nella fronte
ed un occhio un po’ socchiuso
io lo fermo e con una scusa
rendo utile il suo passaggio
Chiedo allora di aiutarmi
ad infine capir la storia
per che lui di quarta età
di certo ha visto un po’ più in là
Tutta un tratto ringiovanisce
poi incomincia a raccontare
della guerra brutta cosa
di una sposa ormai perduta
che era per lui tutta la vita
dei pronipoti ormai già grandi
ed informi hanno i visi
lo lo abbraccio è tremolante
lui alza il braccio e mi saluta
È latente la sua forza
per una strada in salita
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