CIECHE FINESTRE (per Naviglio In versi, Gaggiano 2018)
Quando s'addormenta il giorno
negli specchi delle cieche finestre,
chiudo le palpebre come le portulache
tornate gemme al tocco del buio.
Respiro il silenzio delle porte chiuse
sigillate contro i mostri del quotidiano,
nella spossatezza del corpo scavo gli abissi
per ritrovare l'essenza del solito tormento.
Ho lasciato le radici
distanti dalla soglia del mio oggi,
intrecciate tra le falde della terra lontana
protetta dalla Madonna di Częstochowa.
Non conosco più la pace di un nido materno
aleggiando come un soffione nella burrasca,
nell'antro inquieto del mio ego
sanguinano le lacerate, mai chiuse ferite.
E sono nuda
davanti ad ogni Universo,
avvinghiata tra i rami di un grande letto
partorito dal ventre di un'antica quercia.
Assorta nella dimenticanza.
Izabella Teresa Kostka
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