Ho visto i tuoi seni ondeggiare
questa notte.
Come quel giorno a Matera le mani ho allungato
tastato
sembrava t'avessi anche un poco eccitato,
gratificato.
La maglia in su hai tirato
le puppe al vento svelato.
Godevi a sentirti toccare,
impastare,
e come un impasto tu lievitavi
lasciva
con gli occhi socchiusi sognavi.
Quei tuoi capezzoli sodi sembravano sorbe autunnali
ancora da maturare.
Ed eri avanti negli anni cinquanta.
Splendeva sul volto un dolce sorriso,
come un germoglio d'estate di riso,
un vago piacere tra i denti,
e gli occhi splendenti.
Concorrevi con l'altra,
che era soltanto sui venti.
Ti persi,
vi persi.
Mancava l'amore.
Nell'altra si spense.
Salvatore Armando Santoro
(Boccheggiano 1.11.2017 – 10,36)
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