:: Pagina iniziale | Autenticati | Registrati | Tutti gli autori | Biografie | Ricerca | Altri siti ::  :: Chi siamo | Contatti ::
:: Poesia | Aforismi | Prosa/Narrativa | Pensieri | Articoli | Saggi | Eventi | Autori proposti | 4 mani  ::
:: Poesia della settimana | Recensioni | Interviste | Libri liberi [eBook] | I libri vagabondi [book crossing] ::  :: Commenti dei lettori ::
 

Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)

Sei nella sezione Prosa/Narrativa
gli ultimi 15 titoli pubblicati in questa sezione
gestisci le tue pubblicazioni »

Pagina aperta 222 volte, esclusa la tua visita
Ultima visita il Thu Apr 18 03:02:27 UTC+0200 2024
Moderatore »
se ti autentichi puoi inserire un segnalibro in questa pagina

Io, Camille

di Teresa Cassani
[ biografia | pagina personale | scrivi all'autore ]


[ Raccogli tutti i testi in prosa dell'autore in una sola pagina ]

« indietro | stampa | invia ad un amico »
# 0 commenti: Leggi | Commenta » | commenta con il testo a fronte »




Pubblicato il 11/03/2023 16:04:16

IO, CAMILLE

Auguste mi ha sempre amata e non può dimenticare.
Sa che cosa gli ho ispirato, il vento divino che gli ho soffiato dentro. Purtroppo, però, i sentimenti umani, le passioni, più sono grandi, più sono destinati a vanire. E gli uomini, anche se artisti o proprio perché artisti, finiscono col preferire chi o ciò che non ingenera in loro troppo sconquasso.
Le corde non continuano a tendersi: si allentano. E l’acme di certi momenti, che sembravano eterni, non si ripete.
Adesso il mio attuale purgatorio mi concede l’immagine della mia opera e i ricordi.
A La Fère c’era la grotta. Dalla grotta è uscito il getto che ha animato le mie mani. Ho cominciato a modellare la creta mentre Paul se ne stava sul melo a scrutare l’orizzonte. Poi, a Wassy, la collinetta mi chiamava. Io affondavo le mani e la faccia nella terra, nell’argilla. Costruivo delle teste. Per mia madre ero un’esaltata, una scriteriata ribelle.
Mio padre, invece, credeva in me. Per questo sono andata avanti.
Quando ho conosciuto Auguste, quando Auguste è diventato il mio Maestro, non avevo ancora vent’ anni. Le piccole sculture, che plasmavo, lo avevano colpito subito. Non credeva ai suoi occhi. Gli piaceva la forza che vi coglieva e soprattutto l’idea di movimento.
Era destino che diventassi sua musa. E naturalmente, accanto a lui, per la prima volta ho conosciuto l’amore, quello con l’iniziale maiuscola, quello che avevo sempre sognato. Lui era in me e io ero in lui. E il fatto che trovasse in me più di quanto ci fosse in lui mi dava esaltazione. Si sa che le donne cercano anche il consenso degli uomini: non le rende felici rinunciarvi.
-Ti ho fatto vedere l’oro- mi disse un giorno- e tu te lo prendi tutto.
Quando discorrevamo la sera, sotto i becchi di luce, e c’era anche Claude, i discorsi correvano all’unisono. Era come se le nostre menti si fondessero in un tutt’uno. I nostri pensieri erano sincronici. Se io, per esempio, mi alzavo pensando a Rimbaud, Auguste quella sera citava Une Saison en Enfer senza che io gli avessi accennato alla suggestione del mattino. Oppure ci trovavamo a descrivere le linee morbide di Apollo e Dafne, Perseo e Medusa nello stesso istante. Claude ascoltava, traeva spunto per una sofisticata sequenza di note.
Certi momenti non possono ritornare. Certi deliri sono uno stato di grazia concesso dal cielo e purtroppo durano l’espace d’un matin.
On dit que le lit c’est le paradis. Per me il paradiso era danzare con Auguste. O sognare di danzare. O immaginare di danzare. Era librarmi in aria, liberare il mio spirito anche per quelle note che Claude mi aveva messo dentro.
Claude teneva sul pianoforte una copia della mia Valse. Credo volesse far ingelosire Auguste. Ma io ho amato e amo solo Auguste. Il mio Maestro.
Adesso, qua in questo luogo misero, dove la mia litigiosa famiglia, venuto a mancare mio padre, ha deciso di internarmi, La valse è la prima immagine che vedo la mattina al risveglio e l’ultima che, alla sera, prima di addormentarmi, mi compare davanti.
Continua ad essere per me il simbolo palpitante della vita a cui mi aggrappo..





« indietro | stampa | invia ad un amico »
# 0 commenti: Leggi | Commenta » | commenta con il testo a fronte »

I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Teresa Cassani, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.

 

Di seguito trovi le ultime pubblicazioni dell'autore in questa sezione (max 10)
[se vuoi leggere di più vai alla pagina personale dell'autore »]

Teresa Cassani, nella sezione Narrativa, ha pubblicato anche:

:: Feldspato (Pubblicato il 16/04/2024 20:55:00 - visite: 48) »

:: Schizzo (Pubblicato il 25/02/2024 12:32:21 - visite: 272) »

:: L’altrove (Pubblicato il 21/01/2024 11:37:50 - visite: 253) »

:: Con la voce dolce più che niuna (Pubblicato il 10/01/2024 11:39:09 - visite: 243) »

:: A mezzanotte in punto (Pubblicato il 01/01/2024 20:43:28 - visite: 163) »

:: Il cappotto (Pubblicato il 20/12/2023 09:16:21 - visite: 274) »

:: A gran voce (Pubblicato il 05/12/2023 20:41:51 - visite: 213) »

:: A ciascuno il suo (Pubblicato il 29/11/2023 11:26:50 - visite: 239) »

:: L’occasione (Pubblicato il 22/11/2023 11:32:33 - visite: 259) »

:: Il riconoscimento (Pubblicato il 13/11/2023 11:39:49 - visite: 242) »