Ti rifuggo come una fiera feroce,
poi mi avvicino diffidente
guardandoti piangente.
Piangi di gioia quando il mondo ti sorride,
di dolore quando ti circondano foschi pensieri.
Ti dico: Non cacciare fuori il passato,
ma guarda anche al giorno in fieri.
E' il bocciolo di una nuova esistenza.
E tu non sei più fiera quando ascolti le mie parole:
le saggi deliziandotene,
le sorseggi dissipandone il sapore dolce.
Non sei più fiera aggressiva,
perché delle mie parole ti fai missiva.
Ciò che ti inorridiva, adesso adori,
mi cingi di allori
sussurandomi solo silenzi senza ghirigori.
Concludi esclamando:
Belva per te non sarò, sarai la mia simbiotica essenza
che nutrirò con pazienza
anche nelle notti più buie
quando l'oscurità erige le più alte feritoie.
Elisabetta Cassone
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