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Il fante di fiori

di Arcangelo Galante
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Pubblicato il 22/08/2025 06:34:09

Fin da bambino provava un’attrazione particolare per ciò che sbocciava dalla terra. Non era semplice curiosità, ma un legame profondo: ogni corolla gli sembrava custodire un segreto, ogni colore racchiudeva un’emozione che nessun’altra cosa sapeva trasmettergli. Nei petali vedeva l’innocenza, nei profumi respirava una connessione intima con il mondo naturale.

Per lui, ogni pianta fiorita aveva un messaggio diverso. Un tulipano rosso parlava di amore intenso, una margherita ricordava la leggerezza dell’amicizia, un giglio bianco evocava la gratitudine di chi sa dire “grazie” senza parole. Persino una semplice violetta, raccolta lungo il ciglio della strada, diventava segno di protezione e conforto spirituale.

Ogni volta che riceveva in dono uno stelo, sentiva crescere dentro di sé una gioia limpida. Non importava se fosse un mazzo ricco o una singola gemma colorata: nel momento in cui la stringeva tra le mani, gli pareva di percepirne le vibrazioni, come se il colore e il profumo entrassero direttamente nel suo cuore.

Ma non c’era solo felicità. In quei doni della natura riaffioravano anche i ricordi dei lutti, delle persone amate che non c’erano più. Quando si fermava davanti a una tomba ornata di corolle fresche, provava un dolore sottile, mescolato però a un conforto inatteso. Quelle presenze delicate gli sembravano carezze per chi aveva lasciato questo mondo, un modo per dire che l’amore non svanisce mai del tutto.

Nelle stagioni di rinascita, quando i campi si coprivano di boccioli, la sua anima si risvegliava insieme alla terra. Bastava vedere un prato punteggiato di colori per sentirsi più forte, come se una luce invisibile gli ridonasse speranza. In quei momenti capiva che la vita, nonostante le perdite e le ferite, aveva sempre la capacità di rinnovarsi.

Non aveva mai pensato a queste meraviglie come a un oggetto di mercato. Non le considerava merce, ma presenze vive, compagne silenziose dei suoi stati d’animo. Per lui non erano ornamento, ma testimoni di sentimenti autentici.

Così, chi lo conosceva lo vedeva spesso camminare con lo sguardo rivolto verso un giardino, un balcone fiorito, persino un vaso trascurato in un angolo di strada. E nei suoi occhi, dicevano, brillava sempre una luce diversa: la stessa che custodivano i petali che tanto amava.

 


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