:: Pagina iniziale | Autenticati | Registrati | Tutti gli autori | Biografie | Ricerca | Altri siti ::  :: Chi siamo | Contatti ::
:: Poesia | Aforismi | Prosa/Narrativa | Pensieri | Articoli | Saggi | Eventi | Autori proposti | 4 mani  ::
:: Poesia della settimana | Recensioni | Interviste | Libri liberi [eBook] | I libri vagabondi [book crossing] ::  :: Commenti dei lettori ::
 

Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)

Sei nella sezione Prosa/Narrativa
gli ultimi 15 titoli pubblicati in questa sezione
gestisci le tue pubblicazioni »

Pagina aperta 1047 volte, esclusa la tua visita
Ultima visita il Fri Dec 5 03:31:08 UTC+0100 2025
Moderatore »
se ti autentichi puoi inserire un segnalibro in questa pagina

Qualche volta la sera

di Giovanni Baldaccini
[ biografia | pagina personale | scrivi all'autore ]


[ Raccogli tutti i testi in prosa dell'autore in una sola pagina ]

« indietro | stampa | invia ad un amico »
# 6 commenti: Leggi | Commenta » | commenta con il testo a fronte »




Pubblicato il 25/08/2025 22:58:15

Scivolare indeciso.

Profondevano intanto spazi alterni: nubi. E l’azzurro in declino.

Più che altro di fondo. Nessuno crederebbe che cammina, ma la terra sommuove le certezze: rotola, gira, svolge formazioni. E il mantello di fuoco. Impossibile sostare.

 

Certe volte vorresti accarezzare qualche ricordo brado; altre, strangolarlo. Non ci puoi fare niente. S’aggiusta non si sa da dove. Salta.

 

Chiedevo l’altro giorno: ce l’avresti un cerino?

Quello mi guarda ottuso, come se avessi chiesto informazioni quantiche. Più o meno esatto. Spiego.

La fisica quantistica scompare. Cioè, si fonda su uno strano fenomeno di comparsa/scomparsa: c’era e non c’è. Riappare.

Senza capire dove (significa dovunque), nei luoghi più impensati del Castello. Questo vuol dire che Kafka era un quantista, perché da lui tutto e niente. Comunque incomprensibile inspiegabile e tuttavia chiarissimo. Solo, non si può dire.

E neppure un cerino. Quantisticamente corretto, suona provocazione per l’ingegno corrente: i cerini, praticamente, non esistono più. Essi sono un pensiero atavico, un retaggio, una squalifica del pensato esatto. Sommuovono il tempo rendendo il passato presente o il presente inconsapevolmente nel passato. Dove i cerini? Intrusi! Degli esistenti pallidi a scomparsa. Ne deriva che la fisica quantistica non è molto diversa dalla vita.

 

Però tu spandimi, qualche volta dovunque.

 

Evoluzione delle conseguenze: immaginare il tempo. Ma anche involuzione. Siamo infatti sicuri che le conseguenze evolvano? Se partiamo dal fatto che nascono da un evento che precede, indubitabilmente la risposta è sì. Ma se aggiungiamo a quel fatto che l’evento precedente spesso non era minimamente volontario, dove l’evoluzione? Se la motivazione è involontaria essa è allo stesso tempo inconscia e dato che l’inconscio non ha tempo, ecco che l’idea dell’evoluzione cade. Chiarifico con una formula: no time = no evolution (ho usato l’inglese perché fa più scientifico). Dunque il DNA è un idiota. Con ciò si dimostra il caso.

 

Anche il fatto del cerino non è soltanto cera. Infatti, se per me il cerino è un concetto possibile e per un altro no, ecco che tutto dipende dalle immagini con cui ci rappresentiamo il tempo. Nel mio reale il cerino esiste, ma anche la smentita. Dunque l’immaginario è instabile, insicuro, inaffidabile. Un paradosso paradossale astratto: funziona solo se condiviso. Ma se devo assuefare la mia immaginazione a quella degli altri e immaginare il sempre immaginato, che immagino a fare? Davvero il linguaggio è una convenzione, ma la lingua appartiene al relativo.

 

Spalmami una linguata sulla faccia e butta via.

.

Arabescavo forme non costanti su un quaderno di latta. Come gli Egizi, quando volevano che qualcosa rimanesse (magari era oro, ma non ce l’ho). Una piastrina al collo: quella resta quando il collo scompare.

Arabescare.

Pennellate di cosmo sull’azzurro, vento solare in giallo: evaporare.

Deviante, questa forma di vento, spando palmeggio cocchi nei palmeti, mentre in Russia fa freddo. Datteri i reggiseni delle donne. Artico altrove. Lì: pellicce (i seni te li scordi),

 

Paglia al sole. Mentre il pianeta corre l’avventura che non conosce attimi, intrecciavo colonne di fumogeni quando la notte arriva ed i covoni: qualcosa da bruciare. Chi s’accorge del fumo da lontano mentre la terra scivola galassie e involontari luoghi di distanze nei canti che non vanno oltre frontiera? E balli. E disperata sera, quando togli la mano e mi scomponi.

 

Slinguami con la lingua sulla lingua. Non basta.

 

La sbornia è un argomento da comete: viaggia da un luogo all’altro. Quando mi sveglio sogno.

Altalenare.

Io ti darò la forma di una porta dove chiudere il mondo. E vuoto all’altra sponda.

 

Passeggiare la sera è una passione. E la madonna in mezzo alle candele.

Velo sul capo, i passi di una madre: bella turchina abbindolante sera. Cataste le parole, ma non seguivi il senso: le cantavi.

Intanto mia nonna si inginocchia e gli bacia la mano (al prete). Quello, soddisfatto, la aiuta a rialzarsi (però ci si doveva inginocchiare!) Al paese, come in ogni paese, tanti anni fa..

Io circondante assaporavo il buio delle pietre. Angoli la mia strada; tu passavi. E le stelle distanti tra gli spicchi delle case piegate, come l’occhio che si restringe in alto. La realtà è un messaggio quando muore. Finché la vivi scivola.

 

Avevi un orologio malinconico: immane immensa enorme nostalgia.

Portami qualche volta alla deriva e frangi questa forma in promontori, verdi come il sollievo.

 

 


« indietro | stampa | invia ad un amico »
# 6 commenti: Leggi | Commenta » | commenta con il testo a fronte »

I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Giovanni Baldaccini, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.

 

Di seguito trovi le ultime pubblicazioni dell'autore in questa sezione (max 10)
[se vuoi leggere di più vai alla pagina personale dell'autore »]

Giovanni Baldaccini, nella sezione Narrativa, ha pubblicato anche:

:: Lettera dai bisbigli (Pubblicato il 26/09/2025 10:59:24 - visite: 633) »

:: Lettere da lontano (Pubblicato il 19/05/2025 14:09:44 - visite: 1531) »

:: Dai diari di una notte (Pubblicato il 16/04/2025 10:03:58 - visite: 1761) »

:: Monica o della sera lunga (Pubblicato il 14/04/2025 16:23:03 - visite: 1750) »

:: Lettera alla Pizia (Pubblicato il 04/01/2025 15:20:02 - visite: 2025) »

:: Roma-Nazaret-Roma (Pubblicato il 25/12/2024 14:42:00 - visite: 2097) »

:: Dei pesciolini rossi al luna park (Pubblicato il 19/12/2024 09:35:50 - visite: 2002) »

:: La signorina Fuzio. Ovvero, piccole menzogne letterarie (Pubblicato il 27/09/2024 12:29:44 - visite: 900) »

:: Di scatolette e fiori (Pubblicato il 22/04/2024 10:47:07 - visite: 478) »