Il sapore del sale ( testo a cura di Valentina Ciurleo)
Si può appartenere a un luogo anche senza esserci nati, le sensazioni danno risultati forti, sicuri, nascono dalla radice, da dentro.
Non si può rinunciare a lungo, scrivere è la mia ombra. A meno che non decida di restare al buio, devo posizionarmi lenta, sentimentale, aderente al corpo. Trascorrere diversi giorni, pensare, attraversare, il doppio strato di silenzio o semplicemente il balbettio del mio respiro. Ogni punto è una sequela di prove.
Un acrobatico esercizio per menti che puntano dentro, sulla logica, sulla riflessione. Sui pori della pelle che lontano inondano. Sono qui a scansionare pagine del mio quaderno, oltrepassare, scavalcare il confine, toccare rifugio segreto. Il contenuto è proprio in quelle battute, in quell'accenno interiore. Per quel che ne sappiamo, a questa prima lettera, ne segue una seconda, poi una terza. Affidare il pensiero alle parole, alle voci intorno. La sostanza è dentro, come un panorama che indaga, una diversa prospettiva, la rifinisce, la completa. Un origami del cuore.
Posso affiancarmi, di lato, quasi impercettibile, al confine dell’occhio. Cercare di essere visibile, fiorire di voce e di respiro.
Il vero silenzio, ospita e ripara, nella morsa timorosa, diffidente, sei tu con la tua scorza, con il groviglio di un discorso. Che poi gli occhi sono la vera spiaggia, il tratto di vita che congiunge cielo e terra. Puoi capitarci per caso anche se trovarsi nel medesimo ha le sue bellezze.
C'è un silenzio che accompagna parola, un linguaggio sterminato di pause e acuti. Silenzi, ore meridiane e notturne, indugi, tregue, soste assopimenti.. Pensi ci sia solitudine nell'ascoltare? Rallentare i battiti, fino a non sentirli.
Essere vivo in questa corda vibrante, toccarsi nella vicinanza delle menti. Abitare alla soglia del silenzio, in primo luogo, è attendere, qualcosa di udibile, attorno a noi. Se mai ti capiterà di sentire la parola amore, non voltarti subito. Non chiedere cosa sia. Stendi il miracolo in casa, invocalo e ringrazialo. E se la solitudine è una dichiarazione, questa, voglio scriverla a me stessa. Non cercare di coprire il vuoto, non trattarlo come fosse bello, alterato alle scommesse, al gioco della vita. Rimani nel tuo scintillio nel baule della tua dimora.
Si può vivere in balia di assenze senza pretendere nulla, ci si abitua lentamente all’abitudine. L’incontro con l'anima, rimane inalterato, attaccato alla radice. Attendere voci, parole che giungano a noi da valle, da una finestra o dall'altro capo della luce.
Un gusto vero, autentico: il sale della vita.
2025
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