Pubblicato il 28/01/2021 11:55:34
Posteggerò la bici sotto la mia linea obliqua che sale e salirò trainato da una fune di radici intrecciate e antiche, fino agli angeli scintillanti sul frontespizio, fino alla piazza da dove partono i sentieri. Cercherò i ciclamini, e i narcisi al grande prato, che so essere una vasta distesa o forse no, e troverò nuovi sentieri, seguendo scale di pietre e nuovi luoghi, altrettanto immensi. Se arriverò dove non si può più salire guarderò in alto, al sole tra tutto il bianco delle nuvole e salirò ancora se mi prenderà per mano. Sotto si vedrà il lago brillare, e la bici minuscola e argentata in attesa come una cartolina che profuma di lago, e d'erba e di legna al fuoco nelle case. Qualcosa nelle sfumature, o nella mano vuota dirà poi quando è l'ora di tornare.
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