Pubblicato il 01/02/2021 08:23:43
Lo vedevi arrivare vestito da professore di sinistra extraparlamentare anni settanta sedersi al tavolo tondo di fòrmica rossa e mettersi a scrivere su fogli di carta formato protocollo. Allora per me era come assistere ad un evento che aveva in sé del prodigio simile ad un fan che incontra il suo beniamino.
Oppure la studentessa universitaria cappotto di cammello, piena di libri la borsa di greco e latino e chissà che altro ancora probabilmente perdutasi in un autismo memtale eppure capace di riflettere l'imfinito nei suoi occhi mentre di fuori dal bar guardava un tiepido cielo prima del tramonto dell'ultimo sole. Così ancora ricordo la prima visione di un lenzuolo macchiato di sangue sul marciapiede del lutto suicida
e furono quelli gli anni della mia formazione di vita e chissà che non furono ancora quelli gli anni che i letterati un tempo chiamavano dell'educazione sentimentale. Ricordi diventati ora i pascoli verdi del mio tempo dove un po' più giù è sceso quel cielo che appariva una volta un lontano orizzonte di vita.
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